. Bicicletta Arbos corsa del 1938/1940 vintage con cambio Campagnolo Due Leve a Bacchetta.

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Descrizione

Questa biciletta da corsa Arbos con cambio Campagnolo due leve a bacchetta del 1938/1940 e' originale ed in un ottimo stato di conservazione, e' stata esposta insieme ad altre nostre biciclette in manifestazioni in varie citta' come Roma, Firenze Milano ecc.ecc.   Qui a Perugia. 

Con questa bicicletta siamo stati per due volte in Rai2 nella trasmissione "i fatti Vostri" e nel programma Unomattina, in onda su Rai1, abbiamo partecipato anche in programmi su Canale5 e Rai3   Qui in Rai 1  

Storia Arbos

Arbos, acronimo di Armani e Boselli era una storica fabbrica di biciclette di Piacenza che finì nelle mani dei Lodigiani, famiglia piacentina proprietaria tra l'altro della Impresa di costruzioni omonima che lavorò per l'Impero e ancora fortissima nel dopoguerra.
Nel 1954, l'ing.Luigi Lodigiani proprietario della Bubba, accorpa i due marchi e fa nascere la Arbos Bubba.


Storia del cambio Campagnolo a due leve

"Cambio a Bacchetta a Due leve", è stato il primo meccanismo di cambio di velocità prodotto da Tullio Campagnolo a partire dagli anni '30. In quel periodo iniziavano ad essere prodotti sul mercato i primi meccanismi che permettevano di usare 3 o più velocità: fino a quel momento i ciclisti si limitavano a montare un pignone su ciascun lato della ruota, togliendola e girandola all'occorrenza.

Il meccanismo di Campagnolo sfruttava un'altra sua invenzione, brevettata nel 1930: lo sgancio rapido. Contrariamente ad altri sistemi di cambio come il Vittoria Margherita, che usava un tensionatore per gestire la variazione della lunghezza della catena con i diversi pignoni, il Cambio Corsa usava invece dei forcellini particolarmente lunghi, con il vantaggio di avere così la catena sempre in posizione ottimale.

Questi forcellini erano inoltre dentellati, con un profilo ripreso nell'asse del mozzo: questa particolarità faceva sì che la ruota fosse sempre in asse e che il movimento della catena non la portasse fuori posizione.

Il sistema di cambio era dotato di due aste o bacchette in acciaio cromato, che correvano lungo il fodero alto dal lato della catena: la più lunga fungeva da sgancio rapido della ruota, mentre l'altra comandava direttamente un deragliatore. Al momento della cambiata il ciclista doveva aprire lo sgancio rapido, agire poi sulla seconda leva indirizzando la catena sul pignone desiderato per quindi cambiare effettivamente di rapporto pedalando all'indietro. Al termine dell'operazione si chiudeva nuovamente lo sgancio: la catena veniva automaticamente portata alla tensione corretta. Infatti, al momento del cambio da un pignone più piccolo ad uno più grande, era lo stesso movimento della pedalata all'indietro a "tirare" avanti la ruota. Nel caso contrario, la ruota stessa correva all'indietro nei forcellini a causa della forza d'inerzia. Il sistema funzionava perciò al meglio solamente quando il cambio di rapporto avveniva con bici in movimento.

I limiti di questo sistema era, ancora, l'artificiosità del tutto, con il disagio della pedalata all'indietro. Tuttavia permetteva l'uso di 4 pignoni con un'escursione di 6 denti fra il più piccolo e il più grande. Tipicamente i professionisti usavano corone da 49, 50 o 51 e ruote libere a 15, 17, 19 e 21 denti.

Particolarità dei primi modelli prodotti negli anni '30 è la mancanza della scritta Campagnolo su entrambe le facce della zona in cui si afferravano le bacchette.

Per piu' info o domande contattare  Franco :

 Mail: testifrank8@gmail.com      Mobile: 3391003355