. Bicicletta da corsa vintage Superbe Shimano Dura Ace/Suntour 5 vel del 1969

. Bicicletta da corsa vintage Superbe Shimano Dura Ace/Suntour 5 vel del 1969
  • . Bicicletta da corsa vintage Superbe Shimano Dura Ace/Suntour 5 vel del 1969
  • . Bicicletta da corsa vintage Superbe Shimano Dura Ace/Suntour 5 vel del 1969
  • . Bicicletta da corsa vintage Superbe Shimano Dura Ace/Suntour 5 vel del 1969
  • . Bicicletta da corsa vintage Superbe Shimano Dura Ace/Suntour 5 vel del 1969
  • . Bicicletta da corsa vintage Superbe Shimano Dura Ace/Suntour 5 vel del 1969
  • . Bicicletta da corsa vintage Superbe Shimano Dura Ace/Suntour 5 vel del 1969
  • . Bicicletta da corsa vintage Superbe Shimano Dura Ace/Suntour 5 vel del 1969
  • . Bicicletta da corsa vintage Superbe Shimano Dura Ace/Suntour 5 vel del 1969
Non รจ in vendita online

Descrizione

Bella bicicletta da corsa vintage Shimano Dura- Ace/ Suntour "5 vel" del 1969 con manettini cambio Suntour, mozzi Superbe con oliatore.

Misura 54 x 54

Leggendo a seguire nella nostra pagina la storia della nascita del DURA -  ACE e  guardando con attenzione la quarta foto (Cambio "CRANE")  si puo' vedere che il cambio DURA - ACE sulla bicicletta e' uguale al cambio marcato "CRANE" da Shimano fino a meta' degli anni sessanta e che sarebbe diventato da li a poco il primo cambio di classe Dura-Ace. Noi pensiamo che questo montato su questa ns bici sia uno dei primissimi cambi con il nome DURA - ACE in commercio a fine anni sessanta, quando, infatti, non vi erano ancora neppure manettini e deragliatore della DURA-ACE. 

Per piu' info o domande contattare  Franco :

 Mail: testifrank8@gmail.com      Mobile: 3391003355

 

la nascita dello Shimano Dura Ace

 Dopo aver lanciato, alla fine degli anni Cinquanta, un cambio posteriore in alluminio (e l’omologo componente della Campagnolo era all’epoca ancora in acciaio… ), a metà anni Sessanta Shimano esce dai suoi confini, approcciando prima il mercato statunitense e qualche stagione più tardi l’Europa, “frontiera” fino ad allora intoccabile, continente dove il ciclismo competitivo è nato, dove la bici da corsa ha già segnato un bel pezzo della sua storia. Entrare in mercati simili obbliga Shimano a realizzare componenti di livello elevato, oggi li definiremmo componenti “premium”, destinati all’agonismo di vertice, e per questo obbligati ad offrire requisiti di funzionalità ed altissima qualità.

A quell’epoca, in casa Shimano, un efficiente deragliatore posteriore a cinque velocità interamente in alluminio era già pronto, sul parallelogramma c’era stampigliata la scritta “Crane” ed era l’antesignano di quello che lì a poco sarebbe diventato il primo cambio di classe Dura-Ace.

Al cambio vengono presto accoppiati un deragliatore con fissaggio a fascetta, le levette cambio da fissare al telaio con la classica fascetta, infine i due guida cavo che consentivano di veicolare – quello grande – i cavi in acciaio dei due deragliatori sopra la scatola movimento e quello piccolo di instradare il cavo cambio verso quest’ultimo.
Tutti i componenti sono realizzati con un alluminio temprato al rame e con magnesio e zinco come materiali leganti. Le caratteristiche di resistenza e leggerezza sono superiori rispetto alle leghe leggere più diffusamente utilizzate all’epoca

Anni a venire questa lega della serie 2000 verrà definita Avional, ma all’epoca, il termine più diffuso in tutto il mondo per etichettarla era duralluminio. Di qui appunto il nome Dura-Ace che viene stampigliato su tutti i componenti (tranne il cambio), che come detto sta per “duralluminio degli assi”. E il mito può cominciare.

1973, il grande salto tra i professionisti

A sancire l’esclusività della prima componentistica Dura-Ace rispetto a tutto il resto della produzione Shimano non era solo il largo impiego di duralluminio, ma anche il fatto che Shimano, nel 1972, creò una sezione indipendente all’interno dei suoi stabilimenti destinata solo alla produzione di questa serie. Poi, nel 1973, il grande salto: i componenti di classe Dura-Ace (ma sul cambio resterà scritto “Crane” fino al 1975) formano un vero e proprio gruppo completo, e vengono forniti a una squadra professionistica europea, la belga Flandria-Carpenter-Shimano.

A disposizione dei pro c’è un gruppo leggero ed efficiente, con ruote libere disponibili sia in versione a 5 che a 6 velocità, che a quei tempi erano cosa notevole.

Gli allestimenti delle ruote libere? In linea con gli standard del tempo: 13-21 e 13-22 le scale più frequenti, ma – udite udite – nel bouquet di scelta tra cui potevano scegliere i corridori (o i normali amatori che questo gruppo potevano acquistarlo a un prezzo estremamente più competitivo rispetto alla concorrenza) c’era anche un 13-28 a sei velocità. Il 28, sì: un ingranaggio minimo che oggi è assolutamente attuale e che necessitava della versione “GS” del cambio, a gabbia lunga.

Altri dettagli del Dura-Ace della prima ora: la guarnitura montava di serie un paracorona, che ovviamente si poteva rimuovere. I freni, invece, avevano un design e un’architettura praticamente uguale agli apprezzatissimi Record della Campagnolo, ma le leve che li azionavano avevano uno sviluppo maggiore, oggi diremmo, erano “più ergonomici“. I mozzi, come del resto facevano tutte la altre principali case della componentistica, erano propositi sia in versione a flangia bassa che a flangia alta; quello posteriore era disponibile con la “vecchia” battuta da 120 millimetri e con la più nuova 126 millimetri, dedicata alle sei velocità.

Il 1977 è la stagione della seconda versione del gruppo completo da strada Dura-Ace.

Il 1977 è la stagione della seconda versione del gruppo completo da strada Dura-Ace.

Ma è con la serie EX 7200 del 1978 che il Dura-Ace fa un salto di qualità significativo: diversamente dalle altre aziende di settore ancorate allo standard degli ingranaggi con ruota libera da avvitare su un mozzo filettato, Shimano introduce il suo primo mozzo posteriore a cassetta, con architettura con corpetto rotante integrato e relativi pignoni ad innesto destinati ad esservi alloggiati.

Molte altre Case ci arriveranno oltre dieci anni dopo: il sistema a cassetta garantisce maggiore rapidità nell’intercambiare o scegliere le moltipliche e inoltre assegna alla trasmissione maggiore precisione nelle cambiate.